La giornata dell’Archeologia Transfrontaliera, un evento scientifico internazionale di rilievo

20 aprile 2009 | 09:14
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La giornata dell’Archeologia Transfrontaliera, un evento scientifico internazionale di rilievo

Entusiasmo del sindaco di Ventimiglia Gaetano Antonio Scullino, pubblicamente manifestato all’apertura dei lavori, nel rendersi conto che la sua città è luogo baricentrico di scambi culturali e scientifici di avanguardia e di alto livello

L’evento c’è stato ed è grande la soddisfazione tra gli organizzatori per gli sviluppi che ci si attende nell’immediato futuro. Certamente è da porre in risalto l’entusiasmo del sindaco di Ventimiglia Gaetano Antonio Scullino, pubblicamente manifestato all’apertura dei lavori, nel rendersi conto che la sua città è luogo baricentrico di scambi culturali e scientifici di avanguardia e di alto livello internazionale. Apprezzati gli interventi di tutti, ma veramente notevole per la sua portata scientifica ed etica, la conclusione del convegno, ad opera dil Azzedine Beschaouch, Consigliere Speciale per l’archeologia presso il Direttore Generale dell’UNESCO ed il Direttore Generale dell’ICCROM. Ma procediamo con ordine per una breve cronaca.
Al saluto compiaciuto e caloroso del Sindaco di Ventimiglia è seguito l’intervento d’apertura del prof. Pergola (C.N.R.S. – Université de Provence; Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana), il quale, con parole appassionate, ha collegato – raffrontandola –  l’esperienza internazionale e scientifica del prof. Lamboglia (di cui egli è stato stimato allievo) a quanto di transfrontaliero si sta svolgendo oggi dal punto di vista archeologico e storico, nella regione europea composta dal P.A.C.A il Piemonte e la Liguria. L’arch. Pasquale Bruno Malara (Direttore Regionale ai beni culturali e paesaggistici della Liguria), ha poi illustrato le attività e i programmi dell’importane organismo da lui presieduto nel quadro della collaborazione transfrontaliera. Al termine della sua relazione ha anche dato voce ad un breve ma intenso messaggio di sostegno all’iniziativa internazionale, scritto dal Direttore Generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (il dott. Stefano De Caro infatti ha dovuto disdire all’ultimo la sua partecipazione al convegno ventimigliese, essendo stato convocato con urgenza nell’Abbruzzo terremotato). A seguire si è poi tenuto l’intervento del prof. Xavier Delestre (Conservateur Régional de l’Archéologie pour la Région Provence-Côte d’Azur) che, per parte francese, ha presentato un dettagliato bilancio delle risorse e delle prospettive di ricerca ingaggiate  in questa impresa transfrontaliera che ha preso le mosse dal convegno di Nizza del dicembre 2007 e dalla convenzione lì siglata tra i due ministeri (italiano e francese) per la piena collaborazione tra i ricercatori di questa regione europea. Le ha fatto eco la dott.ssa Giovanna Maria Bacci (Soprintendente per i Beni Archeologici per il Piemonte e la Liguria) con un primo bilancio concernente il Piemonte sud-occidentale e la Liguria di Ponente. In successione il dott. Roberto Maggi (Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria) ha esposto una puntuale relazione concertata con. Didier Binder (Directeur du CEPAM, C.N.R.S. – Université de Nice, Sophia Antipolis) a proposito di quanto è stato fatto in questo primo periodo per quanto riguarda la fase preistorica. A questo punto si è svolto quello che era l’intervento clou della mattinata e per il quale era stato indetto il convegno franco-italiano: la presentazione degli atti del Convengo di Nizza nel dicembre 2007 (“Archéologies transfrontalières. Alpes du Sud, Côte d’Azur, Piémont et Ligurie. Bilan et perspectives de recherche”, a cura di D. Binder, X. Delestre e Ph. Pergola). Il volume (di grande formato e in 318 pagine, edito dal Musée d’Anthropologie Préhistorique de Monaco) è stato illustrato al pubblico dalla prof.ssa Gabriella Araldi (Ord. di Storia Medievale dell’Università di Genova; nonché neo Presidente della Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo della Regione Liguria) che si è intrattenuta principalmente sulla problematica storica del concetto di frontiera, riconducendolo anche in termini “identitari” all’area in questione  e non sottacendo le prospettive mediterranee della tematica in esame. Nel volume presentato si raccolgono i  ventisette interventi dei relatori alternatisi nei tre giorni del convegno, a cui si aggiungono otto resoconti di “Atelier” ed altre cinque comunicazioni di carattere collaterale.
Dopo il coffee-break e l’intervento del dott. Fabio Morchio Fabio Morchio (Assessore per la Cultura e lo Sport della Regione Liguria), dedicato alle prospettive e agli sviluppi internazionali attorno alla neo Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo si sono succedute altre quattro relazioni, delle quali, per non abusare dell’attenzione dei lettori, si darà solo menzione: “La fortezza bizantina di Campomarzio e il complesso paleocristiano e medievale di Capo Don a Riva Ligure: un esempio di collaborazione internazionale tra ricerca e didattica” (ad opera dei dott. Fabrizio Benente – Università di Genova; Istituto Internazionale di Studi Liguri – e Luigi Gambero – Soprintendenza Archeologica della Liguria – e dei proff.  Philippe Pergola e Carlo Varaldo -Università di Genova; Istituto Internazionale di Studi Liguri), “Prospettive e progetti di collaborazione transfrontaliera per l’archeologia del Piemonte sud occidentale” (dott.sse Egle Micheletto e Cristina Preacco, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte), “La seconda edizione del corso “Leggere la città Medievale” a Ventimiglia” (prof. Giuseppe Palmero, Università di Siena; CEPAM-CNRS, Université de Nice), “Ventimiglia archeologica: progetti in corso e prospettive di valorizzazione” (dott.ssa Paola Bottini, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria). L’evento però, a cui si accennato all’inizio, si è ulteriormente concretizzato quando è toccato a l prof. Azzedine Beschaouch (Consigliere Speciale per l’archeologia presso il Direttore Generale dell’UNESCO ed il Direttore Generale dell’ICCROM) trarre le sue conclusioni. L’insigne archeologo, conosciuto in tutto il mondo, e di ritorno dalla sua missione per l’Unesco in Cambogia (dove ha affrontato una questione di frontiera relativa ad un Templio risalente all’impero Khmer, il cui possesso è rivendicato sia da Thailandia e Cambogia), ha raccontato di aver portato come esempio, in quella situazione estrema (addirittura prebellica), l’esperienza transfrontaliera che sta vivendo la Provenza, il Piemonte e la Liguria come unico modo per affrontare correttamente sia dal punto di vista scientico che etico le questioni concernenti lo studio e la gestione dei beni culturali di "frontiera". Il "confronto" tra le nazioni non può non avvenire esclusivamente sul piano della collaborazione transfrontaliera per giungere alla piena integrazione poiché la cultura è di tutti. Ha elogiato i protagonisti di questa esperienza che vede uniti, in piena collaborazione i ricercatori e le loro istituzioni scientifiche, in questa regione europea. Un’esperienza – ha dichiarato l’insigne archeologo – di cui l’Unesco si farà portavoce nel mondo".

Didascalia della foto: a partire da sinistra il Sindaco di Ventimiglia Gaetano Antonio Scullino, il prof. Philippe Pergola, la sovrintendente ai beni archeologici della Liguria e del Piemonte Giovanna Maria Bacci, il direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Liguria Pasquale Bruno Malara, il Consigliere Speciale per l’archeologia presso il Direttore Generale dell’UNESCO ed il Direttore Generale dell’ICCROM Azzedine Beschaouch,  la presidente della Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo della Regione Liguria e Gabriella Araldi e il conservateur Régional de l’Archéologie pour la Région Provence-Côte d’Azur, Xavier Delestre.